Per le donne che non hanno scelta e che quotidianamente subiscono. Per le donne vittime di femminicidio. Per le donne mortificate da giudizi estetici e morali (Sei brutta, sei grassa, troia, come ti vesti, sei un maschiaccio… continuate voi l’elenco). Per le donne che sono la parte portante del nostro welfare, che si prendono cura di anziani/e, bambini/e, intere famiglie senza nulla in cambio. Per chi decide di essere madre e per chi decide di non esserlo. Per le donne cui è negata la scelta della maternità.
Per le donne che “con una gonna così corta te lo sei meritatoâ€. Per le donne migranti, appese ad un permesso di soggiorno, respinte alle frontiere, detenute, sfruttate. Per le donne ricattate dal precariato, discriminate sul posto di lavoro, sottopagate. Per le donne che per quanto studino e si impegno non arriveranno mai ai livelli dei colleghi maschi. Per i corpi liberi delle donne, fuori dagli sche(r)mi, al di là degli stereotipi.
“A Roma come in moltissime città d’Italia e del mondo, #lottomarzo sarà l’occasione per rilanciare questa giornata di lotta: un appuntamento in cui sperimentare e praticare forme di blocco della produzione e della riproduzione sociale, reinventando lo sciopero come vera e propria pratica femminista a partire dalle forme specifiche di violenza, discriminazione e sfruttamento che le donne vivono quotidianamente, 24 ore al giorno, in ogni ambito della vita, che sia pubblico o privato”.
L’Arci è impegnata in incontri e momenti di dibattito in occasione dell’8 marzo e aderisce e sostiene #nonunadimeno e lo sciopero globale delle donne.