Ci saremo anche noi di Arci Roma alla giornata di studi del 9 dicembre con la partecipazione di Miguel Gotor, nuovo assessore alla Cultura di Roma Capitale
Roma è una città di culture diffuse elaborate, prodotte e diffuse da una molteplicità di soggetti collettivi che provano a contrastare il degrado del senso comune e resistere alle crisi sociale, sanitaria, economica. La cittadinanza consapevole e lo sviluppo sostenibile sono legati in maniera indissolubile alla capacità di azione di questi soggetti di produzione di cultura e conoscenza, alla possibilità di interagire con le istituzioni (Roma è anche il polo scientifico più importante), con i territori e le pubbliche amministrazioni anche utilizzando i nuovi strumenti della coprogrammazione e della coprogettazione per venire a capo della cronica frammentazione dell’offerta, dello squilibrio fra centro e periferia, della carenza di spazi e risorse.
Per questo le reti dell’associazionismo culturale parteciperanno alla Giornata pubblica di studi che si terrà giovedì 9 dicembre, dalle 10.30, al Teatro Porta Portese con la partecipazione di Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale e Erica Battaglia, presidente della commissione Cultura e politiche giovanili dell’Assemblea Capitolina.
“Roma Culture Diffuse: proposte per un’amministrazione condivisa†vuole articolare riflessioni e proposte nell’urgenza di una discontinuità delle politiche culturali da parte di Roma Capitale.
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Roma Culture Diffuse è una rete di cinque importanti coordinamenti delle arti radicati nel territorio della città. Il confronto tra queste soggettività — Corsa, coordinamento delle scuole d’arte, Forum nazionale dell’Educazione musicale, Unione Teatri Romani, Feditart, Arci Roma più il Forum del Terzo settore del Lazio — è in corso fin dal primo lockdown. La rete abbraccia molte migliaia di operatori a Roma e decine di migliaia di famiglie.
La giornata si articolerà sui temi delle attività culturali, degli spazi pubblici e privati, della formazione, degli investimenti e della coprogettazione con relazioni di Checco Galtieri, Gino Auriuso, Vito Scalisi, Stefano Ribeca e Francesca Danese.
Secondo l’Istat, il settore dello spettacolo dal vivo impegna circa 200mila tra lavoratrici e lavoratori, il 36% dei quali opera nella Capitale. Il Nuovo IMAIE, istituto mutualistico per la tutela degli artisti interpreti ed esecutori, conta ad oggi 24mila iscritti di cui la metà vive e/o lavora a Roma.
Delle Associazioni Culturali che hanno avuto diritto al ristoro della Regione Lazio almeno un migliaio opera a Roma. Centinaia di scuole d’arte sono afferenti alle reti promotrici del coordinamento e oltre 5 mila lavoratori intervengono a Roma su un tessuto di oltre 70mila allievi presso le proprie sedi e nelle attività nelle scuole di ogni ordine e grado a partire dagli asili-nido. Oltre 80 mila soci quasi cento circoli culturali valorizzano anche l’operato di volontarie e volontari per l’attivazione di scuole popolari di italiano per stranieri, per sportelli legali-amministrativi rivolti a italiani e migranti, per azioni di contrasto alle povertà e alle disuguaglianze, mostre, sale, studi di registrazione, attività a supporto Dsa e Bes, centri anziani, e centri culturali multi-disciplinari.
Cultura e creatività sono parole chiave non solo per la ricucitura del tessuto sociale ma anche per il rilancio del sistema produttivo della capitale. Il “Sistema produttivo culturale e creativo†prima della pandemia generava il 16,6% del valore aggiunto coinvolgendo il 6,1% degli occupati (da Symbola/Unioncamere) e di tutto ciò Roma possiede almeno un terzo.
Quella degli operatori culturali è una città nella città, difficile da perimetrare per l’alto livello di invisibilità degli occupati, soggetti come sono alla precarietà delle risorse e dell’occupazione e alla mancanza di protezione sociale.
Durante la pandemia, a fronte della drammatica chiusura degli spazi per lo spettacolo dal vivo e la socialità, questo patrimonio di culture diffuse è riuscito sia a riconvertire le energie, le risorse umane e anche gli spazi in progetti di mutualismo, sia a tessere la rete tra i coordinamenti per l’elaborazione progettuale e politica.