Riscontro alla lettera aperta titolata “Fondi alla Cultura: perché dal Campidoglio tanta disparità?” [Miguel Gotor]
Gentile Presidente, caro Vito Scalisi
con riferimento alla lettera aperta a me indirizzata lo scorso 9 febbraio 2024, nonché alle relative interlocuzioni avute nel corso della riunione tenutasi il successivo 21 febbraio, trova di seguito il mio riscontro alle osservazioni rappresentate che invio per conoscenza anche alle associazioni firmatarie della stessa missiva.
Prendo anzitutto positivamente atto della dichiarata condivisione circa l’importanza del riconoscimento da riservare ad alcuni progetti culturali come quello, da voi richiamato, presentato dalla Fondazione Piccolo America che sono assistiti da una rilevanza cittadina oggettiva e consolidata, sulla base delle quali si è proceduto all’attribuzione di un contributo diretto. Si tratta, come noto, di un riconoscimento che il vigente Regolamento capitolino per la concessione di contributi (approvato dall’Assemblea Capitolina con deliberazione n. 65 del 6 settembre 2022) espressamente colloca a livello di titolarità politico-amministrativa per i casi di “progetti in ambito culturale aventi carattere di eccezionale rilevanza pubblica per la città”, prevedendo, infatti, che sia la Giunta Capitolina a disporlo a seguito di un rafforzato percorso valutativo che coinvolge anche l’espressione di un parere da parte della competente Commissione Consiliare.
Sul piano politico, sono favorevole all’uso di questo strumento accanto al ricorso agli avvisi pubblici, perché desidero promuovere il valore e le pratiche di una politica che sappia decidere e assumersi le proprie responsabilità con serietà, programmazione e trasparenza davanti ai cittadini, i quali hanno il diritto e il dovere di giudicare l’operato di chi governa al momento delle elezioni sulla base, appunto, delle scelte fatte, il che sarebbe impossibile se ogni decisione in ambito culturale dovesse essere delegata soltanto alla burocrazia. Prot. QD/2024/0004779 del 22/02/2024
Dato atto di questo e con riferimento ai paragoni tra il progetto citato beneficiario di una contribuzione diretta e gli altri progetti partecipanti agli avvisi pubblici, mi preme rilevare che si tratta di fattispecie assolutamente diverse tra di loro e analogicamente non equivalenti. Nel caso, ad esempio, dei progetti che concorrono alla sezione 2 dell’avviso pubblico dell’Estate Romana per svolgere “attività culturali da realizzarsi in aree caratterizzate per l’elevata attrattività di pubblico”, è evidente il diverso riferimento oggettivo che in questo caso è, appunto, l’elevata attrattività di determinate aree (e non l’eccezionale rilevanza pubblica del progetto in sé come nel caso dei progetti beneficiari di contribuzione diretta) e comunque, in ogni caso, anche per i progetti vincitori di tale sezione sono previsti vantaggi economici.
Ancora, un’altra differenza risiede nel fatto che per ciascuno dei progetti che concorre ad avvisi pubblici, la titolarità procedimentale non è della Giunta Capitolina ma della commissione appositamente nominata che stila la graduatoria dei vincitori all’esito di una apposita procedura amministrativa di selezione.
Tale diversità oggettiva, rilevante anche in termini dimensionali in ragione delle rispettive modalità di realizzazione, si riverbera necessariamente anche sotto il profilo del perimetro delle risorse assegnabili, le quali, nel doveroso rispetto degli stanziamenti disposti dal bilancio di Roma Capitale, sono calibrate secondo criteri esclusivamente funzionali all’incremento dell’offerta culturale pubblica della Città, in applicazione degli obiettivi stagionali di programmazione di cui alla Deliberazione della Giunta Capitolina n. 85/2023.
Ancora con riferimento alle ulteriori osservazioni rivolte al progetto del “Cinema in piazza”, tengo a sottolineare che il contributo di euro 250.000,00 stanziato è finalizzato alla copertura di una parte dei costi relativi alla realizzazione di tre arene estive (quindi per euro 83.000,00 ad arena) la cui programmazione durerà circa un mese e mezzo per una media di trenta serate ad arena. È vero che le arene di cui alla sezione 3 dell’avviso pubblico dell’Estate Romana possono beneficiare di massimo euro 25.000,00 ciascuna ma è anche vero che, prendendo a riferimento le arene vincitrici dell’avviso pubblico 2023-2024, la metà di queste prevede una programmazione di circa 15 giorni (delle restanti, il 30% ha una programmazione di circa un mese). Peraltro, la stessa sezione 3 prevedeva un plafond a disposizione di euro 500.000,00 ma i progetti risultati idonei sono stati solo dieci e, pertanto, tale importo è rimasto per la metà inutilizzato.
Per quanto riguarda la lamentata diversità dei tempi di assegnazione del contributo, nel caso dei vincitori di un avviso pubblico come quello dell’Estate Romana, tale assegnazione avviene a seguito di una procedura amministrativa articolata e complessa, nella quale intervengono diverse fasi (pubblicazione dell’avviso, ammissione degli operatori, soccorso istruttorio, valutazione dei progetti da parte della commissione, verifica dei requisiti dei soggetti in graduatoria, coordinamento operativo, anche interistituzionale, ai fini dell’autorizzazione allo svolgimento dei progetti, ecc.), le cui tempistiche sono, a seconda dei casi, ora incomprimibili ora imprevedibili, dipendendo anche da fattori esterni come, ad esempio, il numero dei partecipanti, la regolarità della documentazione presentata, la data dell’approvazione del bilancio da parte dell’Assemblea Capitolina che è funzionale all’assunzione di tutti gli impegni di spesa.
È evidente, quindi, che nel caso di un contributo assegnato direttamente dalla Giunta Capitolina, il percorso sia più rapido ma questo non significa né che non venga osservato, dal punto di vista amministrativo, tutto il rigore necessario per la verifica delle effettive condizioni di erogazione né che, a valle, in fase di rendicontazione e poi di liquidazione, ci siano differenze rispetto a quanto avviene per tutti gli altri progetti.
Anche i contributi assegnati direttamente a progetti di eccezionale rilevanza pubblica per la Città, infatti, sono soggetti alle stesse regole di rendicontazione e, laddove richiesto, di anticipazione, al pari di tutti gli altri progetti vincitori di avvisi pubblici. Lo stesso dicasi circa la onerosità delle fidejussioni da presentare a garanzia dell’anticipazione le quali sono, da un lato, legalmente necessarie come strumento di garanzia e, dall’altro lato, non percepite evidentemente come così “scomode” se nelle procedure selettive relative al triennio 2020-2022, la percentuale di operatori che si sono avvalsi dell’anticipazione con la garanzia di una fidejussione è stata di circa il 40% del totale, fermo restando che il costo delle polizze è ammesso tra le voci inseribili nella rendicontazione (e pertanto, in un certo senso, “scaricabili”).
In ogni caso, sulle tempistiche, desidero sottolineare come, grazie all’impegno qualitativo e quantitativo assicurato dal personale del Dipartimento Attività Culturali, i tempi procedimentali tra la pubblicazione della graduatoria e la data di inizio del palinsesto, tendenzialmente costanti dal 2017 a oggi, si sono leggermente ridotti sotto questa Amministrazione. Si tratta di un dato tecnico oggettivamente riscontrabile, di certo non sufficiente da solo sul piano politico ma indicativo di una intenzione e di una direzione di marcia positiva che desidero proseguire e migliorare per venire incontro alle condivisibili richieste degli operatori e delle associazioni del settore.
I dati peraltro confortano nel senso di un miglioramento dell’operato di questa Amministrazione anche per quanto concerne i presunti “tagli cospicui” alle erogazioni di fondi assegnati tramite gli avvisi pubblici, sia che si intenda l’ammontare degli stanziamenti, sia che si intendano le eventuali riduzioni operate ad esito della rendicontazione sui contributi assegnati. Per la prima ipotesi, infatti, basti evidenziare come le risorse finora stanziate da questa Amministrazione e destinate agli avvisi pubblici si dimostrano superiori di oltre il 45% rispetto a quelle stanziate per gli stessi fini nel corrispondente periodo dalla precedente Amministrazione; per la seconda ipotesi, le riduzioni operate sui contributi concessi, che comunque dipendono esclusivamente dalla regolarità della documentazione presentata a rendicontazione o dai minori costi effettivi dei progetti rispetto ai costi previsti, sono stimabili in una misura inferiore al 2% dei contributi complessivamente erogati.
Circa il tempo di erogazione del contributo, asseritamente superiore ad un anno, mi preme precisare che ciascuna istruttoria di liquidazione è peculiare, dipendendo dalla tipologia del progetto rendicontato e da altri aspetti come la regolarità e la completezza della documentazione presentata, la tempestività di riscontro alle richieste di integrazioni istruttorie, ecc., tali da rendere difficilmente comparabili, temporalmente, i procedimenti di rendicontazione relativi a diverse progettualità. Detto ciò, sulla base di una analisi elaborata su dati di campionamento e con i limiti derivanti dalle evidenziate eterogeneità, il tempo di conclusione delle istruttorie di liquidazione del contributo (decorrente dalla data di presentazione della documentazione completa di rendicontazione) è stimabile in un trimestre, un tempo che mi pare congruo e rispettoso della professionalità di tutti i soggetti coinvolti, operatori culturali e personale del Dipartimento Attività Culturali.
Infine, voglio sottolineare la positività del dialogo che abbiamo instaurato e che mi ha portato in questa sede a rispondere alle osservazioni avanzate e che saranno certamente di stimolo per migliorare ulteriormente i tempi degli avvisi pubblici e per pensare insieme a ulteriori correttivi nella gestione dei procedimenti che li regolano. Credo sia giusto e doveroso rendere conto dell’attività portata avanti dall’Amministrazione e, per questo, sono e sarò sempre a disposizione per il confronto, nella speranza di fare sempre meglio per la nostra Città.
Con viva cordialità, Miguel Gotor