Straordinaria partecipazione all’assemblea indetta dal Comitato Parco Piccolomini contro un progetto sancirebbe la compromissione di un’area ad alta valenza paesaggistica e ambientale
Oltre 200 residenti all’assemblea del 12 aprile indetta dal Comitato Parco Piccolomini insieme ad Arci Roma, Carte in Regola, Italia Nostra Roma e Legambiente Parco della Cellulosa, per dire no ad un progetto che vorrebbe la realizzazione di un vertiporto per il decollo e atterraggio di droni destinati al trasporto di persone e merci all’interno di Parco Piccolomini e che, se realizzato, sancirebbe la compromissione di un’area ad alta valenza paesaggistica e ambientale.
4000 mq di superficie di cui 1000 mq di pavimentazioni con relative recinzioni aeroportuali, dissuasori sonori per diminuire il rischio di collisione dei droni con l’avifauna, oltre 400 mq di nuova cubatura, un parcheggio per la ricarica dei mezzi di trasporto e una nuova viabilità interna al parco, questi in sintesi i dettagli del progetto emersi negli ultimi giorni e che diversamente da quella narrazione finora sostenuta sugli organi di stampa, avrebbero un impatto devastante sia sul delicato equilibrio che ospita flora e fauna che su un paesaggio tutelato come patrimonio culturale collettivo.
Queste le motivazioni poste a supporto dei pareri negativi espressi dagli uffici competenti e depositati nelle more della Conferenza dei Servizi istruttoria indetta dal Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma il 19 febbraio scorso e su cui c’è molta attesa per le conclusioni, ancora oggi non formalizzate.
La Società UrbanV quale proponente del progetto, durante la Commissione Trasparenza regionale del novembre 2023, aveva dichiarato, infatti, che questo progetto avrebbe introdotto la futuristica Mobilità Aerea Urbana nel totale rispetto degli stringenti vincoli di tutela gravanti sull’area se non poi, nel depositare il progetto agli uffici comunali, chiedere contestualmente la deroga alla normativa urbanistica appellandosi alla DAC 69\2023 che permette di non rispettare le norme di Piano Regolatore per progetti temporanei di pubblica utilità.
L’assemblea con la sua straordinaria partecipazione popolare e sostenuta dalle Associazioni cittadine, si pone d’altra parte, solo come ultima o più recente dimostrazione in linea temporale, di quello che riteniamo essere l’unica vera dimostrazione di quell’interesse pubblico che nel corso di 50 anni e grazie all’azione territoriale, ha impedito la realizzazione di innumerevoli progetti a partire dall’imponente albergo Hilton degli anni ’70, alla scuola di polizia voluta dal Ministero dell’Interno negli anni ’80, all’imponente Centro Congressi degli anni ’90 e del più recente progetto che voleva la realizzazione di un circolo golfistico privato, decaduto nel 2017.
Oggi più che mai, appare evidente come qualsiasi decisione diversa dalla tutela di questo luogo, venisse presa dalle Amministrazioni competenti al rilascio delle autorizzazioni, in nome di un presunto interesse pubblico, potrebbe essere letta esclusivamente come la volontà di accontentare importanti interessi privatistici a dispetto appunto di quella ferrea volontà di tutela di un patrimonio collettivo costituzionalmente sancito, dimostrata dalla cittadinanza e dall’associazionismo, durante cinquanta anni di attivismo.
D’altra parte, se ancora oggi siamo costretti a parlare e difendere Parco Piccolomini dalle speculazioni è evidentemente in ragione dell’assenza di volontà politica, visto che l’area è di pertinenza di un’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona retta da un Consiglio di Amministrazione designato dalla Regione Lazio e che conta anche un rappresentante del Comune di Roma.
La presenza di rappresentanti politici di Regione, Comune e Municipio ed il conseguente pubblico impegno di tutelare Parco Piccolomini attraverso la presentazione di mozioni a sostegno dell’istituzione del Monumento Naturale potrebbe oggi rappresentare quel punto di svolta atteso da troppo tempo e di cui non mancheremo di dare conto all’assemblea del Comitato prevista per il 1° giugno prossimo.