Sociale

Il fondamento della nostra missione associativa è l’allargamento delle basi e della pratica di democrazia e partecipazione perché siamo convinti che sia la strada più giusta per l’emancipazione delle persone. Nell’ultimo decennio, in particolare, la crisi globale, che ha travolto anche l’Occidente ricco e il modello neoliberista, ha allontanato ulteriormente gli obiettivi di uguaglianza e giustizia sociale contenuti nella nostra come in altre Costituzioni europee, modificando strutturalmente l’idea di cittadinanza e di diritti.

La cittadinanza e i percorsi di inclusione sono stati scientemente decostruiti. È saltata l’idea stessa di comunità e il futuro si declina al singolare.

I diritti sono diventati un lusso che non possiamo permetterci per tutte e tutti. E quindi si fa sempre più avanti l’idea che siano rivendicabili solo per una parte della popolazione, destinata per giunta a restringersi sempre più. Si è sviluppata una retorica diffusa contro lo straniero, il profugo, l’immigrato, che si spinge a pretendere di essere un tratto identitario delle nostre società.

Nel discorso pubblico i diritti di tutte e di tutti vengono continuamente contrapposti, sacrificati allo sciacallaggio sull’immigrazione, che diventa la porta dal quale fare avanzare una “nuova” idea di democrazia e di uguaglianza in cui non tutte le persone contano allo stesso modo.

Una spirale pericolosissima di fronte alla quale non possiamo restare indifferenti e che ci obbliga ad essere protagonisti di una nuova stagione di battaglie ed iniziativa politica e sociale sui diritti per ribaltare un’idea di cittadinanza fondata sull’esclusione.

Per passare dalla negazione alla ricostruzione. Per invertire la rotta.

La lotta contro le disuguaglianze è una direttrice trasversale delle azioni di Arci Roma e della rete dei circoli.

In Italia, secondo i dati Istat 2022, il numero di individui in povertà assoluta è quasi triplicato dal 2005 al 2021, passando da 1,9 a 5,6 milioni, il 9,4% del totale. Le famiglie fragili sono invece raddoppiate da 800 mila a 1,96 milioni, il 7,5%. La povertà assoluta è tre volte più frequente tra i minori, ed è passata dal 3,9% del 2005 al 14,2% del 2021. Una dinamica particolarmente negativa caratterizza anche i giovani tra i 18 e i 34 anni, anche tra di essi si registra un aumento delle condizioni di povertà assoluta: dal 3,1% del 2005 all’ 11% del 2021. Circa quattro volte tanto.

La Repubblica oramai non si adopera, per “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Produce strumenti e politiche che consolidano le diseguaglianze e al massimo intervengono per attenuarne le conseguenze, senza mettere in discussione le cause, anzi spesso alimentandole. Il fisco non opera più, come recita la nostra Costituzione (ex art.53) per consentire che tutti concorrano alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva e in conformità a criteri di progressività.

Il report Istat mostra inoltre come in Italia la condizione di povertà permane anche in presenza di un lavoro. Quasi un terzo dei dipendenti infatti è a bassa retribuzione oraria o annuale, sotto la soglia dei 12mila euro. Questo vuol dire che circa un lavoratore su tre, ovvero il 29,5%, guadagna in un anno meno di 12mila euro lordi. Per quanto riguarda la paga oraria sono 1,3 milioni i lavoratori che guadagnano meno di 8,41 euro all’ora, il 9,4% del totale.

Sulla base di queste premesse si svolge l’azione di Arci Roma sui temi sociali.

Dal 2022, gli sportelli di orientamento per migranti, quello legale e quello amministrativo, si sono trasformati in sportelli sociali grazie all’arricchimenti dei contenuti e dei servizi. Al fondo della rinominazione c’è il superamento degli sportelli dedicati a singole categorie perché l’esperienza di questo fondamentale strumento di intervento, attivo dal 2006, ha evidenziato tutti i rischi di marginalizzazione dei soggetti più deboli e vulnerabili. Da qui la riorganizzazione degli sportelli sociali.
Dal 2009 la Scuola Popolare Interculturale dell’Arci di Roma organizza corsi di lingua e cittadinanza italiana finalizzati alla diffusione della conoscenza della lingua e della cultura italiana presso i cittadini stranieri immigrati, comunitari e non comunitari. La Scuola è inserita all’interno della Rete Scuole migranti, che si occupa di collegare fra loro tutte le scuole e le associazioni rivolte all’insegnamento di lingua e cultura italiana agli stranieri.
La Scuola Popolare Interculturale lavora in sinergia con i Progetti SAI (Sistema di accoglienza e integrazione) gestiti da Arci Roma, organizzando corsi di lingua e cultura italiana rivolti alle utenti beneficiarie dei progetti medesimi.
L’obiettivo è quello di progettare e gestire percorsi formativi rivolti a giovanə e adultə stranierə allo scopo di agevolarne la crescita culturale nonché una più consapevole partecipazione negli ambiti sociali, lavorativi e di cittadinanza.
In sintonia con l’eredità storica cui si richiama, la Scuola Popolare Interculturale si pone come punto di riferimento per tutto il territorio in cui opera e apre le sue attività anche ai cittadini italiani che abbiano bisogno di un sostegno scolastico ed educativo.

Articoli da sociale

  • 5 ottobre, sbagliato e pericoloso vietare le manifestazioni

  • Selezione per operatrice/operatore di accoglienza SAI

  • Brucia l’Asilo nel Bosco del circolo La Fattorietta

  • Formazione musicale, il bonus di Gotor non aiuta le famiglie più povere